Il testo e la messa in scena
Tre padiglioni (il Regno della Luna governato dall’Ombra; il giardino dell’esistenza sotto il dominio di Fata Morgana e la Valle del Gigante dove si muovono a difesa dei nostri eroi (Astolfo ferito, Orlando impazzito ed Angelica inacidita) Pellegrino (figura storica ispirata alla vita del nonno dell’autore, migrante in America) e Astilio (figura mitica che insieme a Coriolano e Fabiolo, secondo la leggenda, colonizzò la Val d’Asta ai tempi di Roma) richiamato in vita da alcuni gesti sciamanici del Pellegrino.
Le semplici valenze simboliche (i buoni, i cattivi) dei testi della tradizione qui sono rese più complesse dalla presenza di archetipi: l’Angelo della morte che si accompagna ai morenti, L’Ombra che nata nel cuore non potrà più essere annientata; lo stesso Astiglio che rappresenta la vita e il suo potere rigenerante nell’amore e nella gioia; fata Morgana che intossica coi fumi dell’oppio di un grande narghilè chi capita tra le sue grinfie e infine il Pellegrino, vero deus ex machina che risolve il dramma aiutando per ben due volte Astolfo a raggiungere la luna col suo bicigrifo volante salendo una scala di stelle che vanno dalla cima del Cusna all’astro d’argento.
Vorrei ricordare un sonetto e due ottave.
Il sonetto 166
Astolfo:
Vola destriero alato
Nel blu del firmamento
Ti sia compagno il vento
Verso la libertà
Verso la libertà
E le due ottave:
la 192,
dell’Ombra:
Tutto il dolore che ti ho riservato
Dissolto hai con la spada e il tuo valore
Ma non pensare che sia cancellato:
un dardo io scoccai dentro al tuo cuore!
La freccia ha reso il sangue avvelenato
E in rosso cupo muta il suo colore
E’ una ferita occulta il male oscuro
Nascosta per guidarmi a te in futuro.
E la 199
(tratta da una poesia di Costantino Zambonini, poeta recentemente scomparso)
Astilio:
Se salirai quassù in chiar mattino
Rorido di rugiada al primo albore
Dove regna l’abete, il faggio e il pino
E nell’aria è il profumo d’ogni fiore
Ferma il tuo andar turista cittadino
Mira di questa valle lo splendore
E dentro nel tuo cuore capirai
Perché Val d’Asta non si scorda mai.
Valdesalici Benedetto