Fra le prime tracce della presenza umana nel Comune di Villa Minozzo ci sono i reperti mesolitici raccolti in località Lama Lite, (antico valico di transito tra Dolo e Ozola a quota 1750 m, al confine con Ligonchio). L’epoca romana ha lasciato proprio qui, vicino all’abitato di San Bartolomeo, lungo il Secchia, una delle poche necropoli appenniniche. Nei pressi del capoluogo del Comune, G. Chierici, segnala il ritrovamento di una fibula gallica, mentre la prima menzione di Villa Minozzo si ha nel 963 quando un diploma imperiale Ottone I conferma il possesso alla Chiesa Reggiana della corte di Villa. Una seconda testimonianza arriva quasi 130 anni dopo, nel 1092 quando l’Antipapa Guiberto ne parla in una bolla. I secoli a cavallo dei due millenni videro nel reggiano la crescita della famiglia Canossa e la Contessa Matilde nel 1102 cita un ricvero per poveri sito in Campo Camelasio; successivamente, nel 1106, fa riferimento ad un eremo situato in San Venerio nella zona di Carù. Questo centro non ebbe però particolare rilevanza durante tutto il medioevo e fu per lungo tempo assoggettato al vicino castello di Ripiola, ora scomparso.
Nel 1200 il Comune di Reggio "colonizza" la montagna appenninica e verso il 1240 molte località villaminozzesi gli giurano fedeltà. Tra queste: Cerré, Costabona, Coriano, Santonio, Secchio e la comunità di Asta. Tra le famiglie che esercitarono autorità nella zona vanno ricordati i Dalli, provenienti dalla Grafagnana e "amici" degli estensi, i Fogliani, I Malvasia, oltre a casate fiorentine, gli Arnaldi, e modenesi, i Rocchi. Alla fine del sec. XIII Villa contava una popolazione di 251 abitanti. L’abitato si affermò soltanto (1590) a seguito della destinazione del sito a mercato di podesteria, scelta motivata dalla felice posizione geografica.
Nel XVI secolo la montagna reggiana conosce una ripresa del banditismo; tra i briganti più famosi Domenico Amorotto, protetto dalla curia romana e ricercato da Francesco Guicciardini, aveva una sua dimora anche in questa parte d’Appennino vicino a Gazzano in una località che gli dedica ilnome, Torre dell’Amorotto. Alla Repubblica reggiana aderiscono, nel 1769, centri come Asta, Febbio e Secchio. Nell’età napoleonica, il "Distretto n. 22 di Minozzo" fa parte del dipartimento del Crostolo e con la restaurazione estense, Villa Minozzo conta 36 comunelli e la seconda vita più longeva nel reggiano: 30 anni. La chiesa del capoluogo, dedicata ai SS. Quirico e Giulitta, nominata per la prima volta nel 1302, viene dichiarata indipendente dalla Pieve di Minozzo nel 1791. Villa Minozzo diventa definitivamente sede comunale solo alla Restaurazione, nel 1815, fino a quella data il centro della podesteria era Minozzo.
(G. Cervi, 1988, e A. Cenci, 1992)