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Pieve Minozzo

La Chiesa Primitiva

La Chiesa Primitiva è sempre stata fonte di dibattito, di confronto e di interesse da parte degli studiosi Minozzesi. Si sa che l’odierna Pieve risale al 1612, costruita in appena sei anni, e ampliata nei secoli.

Si sa che c’era una Chiesa in precedenza, crollata perché il terreno franoso l’aveva infine portata al collasso, e che una “serliana piuttosto rozza”, unico rimasuglio della Chiesa, è collocata nella parete della crociera di sinistra della suddetta Pieve.

Ma rimane il dubbio: dov’era collocata la Chiesa Primitiva?

Una risposta viene fornita da Don Milani, che nel suo volume “Minozzo – negli sviluppi storici della Pieve e della Podesteria” (1938) identifica il luogo come “la Costa” e ricorda di come i vecchi, consultatosi all’epoca dopo aver trovato alcune pietre in fase di aratura di un campo, avessero stabilito che doveva trattarsi di una muratura appartenente, appunto, alla Chiesa Primitiva.

A gettare un velo d’ombra su questa affermazione è una cartina seicentesca, che identifica “la Costa” come l’odierno Montale, colle che sorge sopra il campo sportivo.

Se ci piaceva pensare che quella fosse l’esatta ubicazione, con la speranza che le pietre della Chiesa fossero poi utilizzate per la costruzione della Pieve, ci sbagliavamo: da uno studio del Prof. Giuseppe Giovanelli apparso su Memoria Ecclesiae del 2009 e gentilmente concesso, scopriamo finalmente che nel 1442 il Podestà Tirimbochi scrive al Capitano per informarlo di quanto accade a Minozzo.

 

“Ve aviso che l’è una giesia dicta la peve presso qui a la rocha a tanto quanto trarebe un balestro in meno del due fracte, dove è uno campanile alto come la rocha, el quale piegando li fui comenzato dal canto del fora una muro intorno grossissimo et è menato suso fine al mezo ed è una cosa molto forte. […] a me pare che se una compagnia venesse qui obsedio, harebe la bastia fortificata de la peve e campanile.”             

                                                                                                                                            

Da questa comunicazione apprendiamo quindi due cose: la Chiesa Primitiva era a “nemmeno due tiri di balestra” dalla Rocca, e che la sistemazione del campanile avrebbe potuto rendere la Rocca più soggetta ad attacchi in armi.

Non sappiamo, purtroppo, come sia terminata la vicenda nell’immediato.

Sappiamo, però, che alla Rocca fino ad ora non sono mai state rinvenute punte di frecce, ritrovate invece in tantissime fortificazioni, e questo lascia presumere che non ci siano mai stati ponderosi assedi.

Sappiamo, inoltre, che il terreno attorno alla rupe, se non tutto almeno in parte, è stato a lungo di proprietà della Parrocchia. Questo lascia adito ad alcune supposizioni, non del tutto infondate.

A detta di chi ne sa più di noi, la Chiesa poteva davvero trovarsi ai piedi della rupe, laddove grosso modo oggi sorge un’abitazione privata. In questo luogo affascinante e misterioso qualcuno ricorda un antico ingresso, con stanze scavate nella roccia e ancora ricche di documentazioni e tesori.

Non è dunque impossibile da credere che, racchiusa nella cinta muraria che l’abbracciava e la proteggeva, fosse edificata la primissima Pieve, una chiesetta semplice, una cappella senza troppe fondamenta e piuttosto instabile, con campanile pendente che i minozzesi, spinti dalla profonda devozione che da sempre li contraddistingue, si impegnarono a risistemare… seppur alimentando le preoccupazioni del buon Tirimbochi.

Pieve di Santa Maria Assunta

Eretta nel 1612, è stata più volte sistemata e ampliata nei secoli, fino all’inizio del 1900 dove fu arricchita degli splendidi affreschi dipinti da una mano sconosciuta.
Da rilevare le bellissime statue della Madonna, una nell’abside, circondata da gessi provenienti dall’antico mulino di Poiano, e l’altra commissionata ad altezza naturale quale ringraziamento del popolo per essere scampati al morbo che nella prima metà dell’ottocento imperversava nelle nostre terre.
Il campanile, voluto dal popolo con la collaborazione del parroco, è datato 1850, e ingloba al suo interno il fonte battesimale restaurato nel 2009.
I lavori di restauro della Pieve voluti dal parroco Don Adelmo Costanzi, sono terminati nel 1996, e hanno portato alla luce secoli di storia, conosciuta e non, regalandoci ancora una volta la possibilità di scostare i veli del tempo e dare un’occhiata sul passato.

Il Restauro

La parrocchia S.M. Assunta iniziò i lavori di restauro della Pieve alla fine del 1993, intraprendendo il restauro dei cicli pittorici presenti nella navata principale e nel presbiterio, cogliendo l’occasione per sostituire i serramenti presenti e di rifare l’impianto elettrico adeguandolo alle normative vigenti. Si è proceduto, poi alla copertura del tetto con una guaina impermeabilizzante per impedire eventuali infiltrazioni d’acqua. Nell’anno 1995 la parrocchia ha proceduto al consolidamento delle fondazioni, anche del campanile, al rifacimento dell’impianto di riscaldamento (a pannelli radianti) nonchè alla messa in opera di un nuovo pavimento in cotto locale.
Nel 1996 si è completato il restauro pittorico, degli interni, si è sistemato in parte il sagrato e si è dotata la chiesa di banchi nuovi in faggio evaporato.
Tutto ciò, grazie a un intervento esemplare della popolazione e a contributi straordinari da parte della Regione, della “Fondazione Manodori” della BIPOP CARIRE di R.E., della Cassa Diocesana e dell’Amministrazione Comunale.

Notizie Aggiuntive

E’ visitabile contattando gli amici della rocca tel.339 3140266 amicidellarocca@libero.it

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